CFC: i refrigeranti del passato

I freon, primi gas d'origine chimica

Clorofluorocarburi - Derivati dagli idrocarburi - Stabilità chimica - Divieto d'uso - Registro apparecchiatura


Con il termine di refrigeranti del passato si intendono tutti quei refrigeranti, d'uso comune fino al 2000 (noti anche come Freon), composti da tre tipi di elementi chimici: il cloro, il fluoro ed il carbonio. Da qui la loro denominazione di clorofluorocarburi (CFC).

Composizione chimica dei CFC

La seguente tabella riporta la classificazione ASHRAE di alcuni refrigeranti CFC.

Sigla Denominaz. Formula chimica
R10 tetracloruro di carbonio CCl4
R11 tricloro-fluoro-metano CFCl3
R12 dicloro-difluoro-metano CF2Cl2
R13 cloro-trifluoro-metano CF3Cl
R111 pentacloro-fluoro-etano C2F3Cl5
R112 tetracloro-difluoro-etano C2F2Cl4
R113 tricloro-trifluoro-etano C2F2Cl3
R114 tetrafluoro-dicloro--etano C2F4Cl2
R115 pentafluoro-cloro-etano C2F5Cl2
R211 eptacloro-difluoro-propano C3F2Cl7
R212 esacloro-difluoro-propano C3F2Cl6
R213 pentacloro-trifluoro-propano C3F3Cl5
R214 tetracloro-tetrafluoro-propano C3F4Cl4
R215 tricloro-pentafluoro-propano C3F3Cl3
R216 dicloro-esafluoro-propano C3F6Cl2
R217 cloro-eptafluoro-propano C3F7Cl

Come si può notare, tutti derivano dal metano, dal propano o dall'etano, appartenenti agli idrocarburi. Ciascun tipo di refrigerante si differenzia dall’altro unicamente per il numero di atomi di cloro, fluoro, carbonio presenti nella sua composizione chimica.

Caratteristiche dei CFC

Tutti i refrigeranti CFC possiedono queste importanti proprietà:
- sono fluidi molto stabili chimicamente (cioè mantengono inalterate le loro proprietà nelle più svariate condizioni fisiche)
- non risultano tossici per l’uomo
- non sono infiammabili
- garantiscono un buon rendimento della macchina frigorifera in rapporto al loro quantitativo d’impiego
- possiedono in generale un basso punto di ebollizione alla pressione atmosferica
- non pongono particolari problemi di utilizzo (ad esempio di solubilità con gli oli minerali lubrificanti del compressore, di compatibilità con i materiali elettrici isolanti del motore, nelle procedure di carica e reintegro della carica, ecc.) - hanno costi di produzione relativamente contenuti

Buco dell'ozono e CFC

Per tutte le ragioni appena dette dagli anni trenta i CFC sono stati utilizzati senza problemi nel campo della refrigerazione e del condizionamento.
In sessant’anni di studi e ricerche le aziende produttrici sono riuscite a produrre fluidi dalle buone caratteristiche termodinamiche a costi abbastanza contenuti.
Non si sono mai preoccupate però (visto che il problema non sussisteva fino agli anni '80) dell’impatto che tali fluidi avevano sull’atmosfera, una volta liberati in essa.
A causa della combinazione tra fluoro e cloro la composizione chimica dei CFC è talmente stabile che può rimanere invariata anche per decine di anni, una volta che sono stati immessi nell’atmosfera: in tale periodo di tempo il gas raggiunge la zona più “esterna” dell’atmosfera dove il cloro in esso contenuto reagisce con l’ozono diminuendone così la quantità e creando il cosiddetto buco dell'ozono.

La stabilità chimica permette ai CFC, inoltre, che essi vadano col passare degli anni accumulandosi nell’atmosfera contribuendo in tal modo ad accentuare il cosiddetto effetto serra.

Norme, leggi e CFC

Dal 31 dicembre 2000 l'utilizzo dei CFC, anche nelle operazioni di manutenzione e di ricarica di impianti per la refrigerazione ed il condizionamento già esistenti, è proibito.
Secondo quanto disposto dal Regolamento Europeo 1005/2009 tutti gli impianti caricati con almeno 3 kg di CFC devono essere dotati di registro dell'apparecchiatura (libretto d'impianto).

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CFC: i refrigeranti del passato
ID pagina: 067 - A152
Data creazione: 20/09/2001
Ultimo aggiornamento: 10/11/2020
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